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Gli spot SKY come esempio di videoreport per le qualitative

Chi ha SKY si è di certo imbattuto, negli ultimi mesi, in qualcuno degli spot della campagna “10 anni di SKY”, in cui vengono intervistati vari personaggi (famosi e non). Spot che danno voce ai consumatori ma anche ai massimi esponenti dei vari “mondi” che la TV a pagamento rappresenta, vero esempio di storytelling, di etnografia (le interviste sono a domicilio, o almeno così lasciano pensare: dunque sono percepite come “vere”). Ognuno dà la sua risposta, argomentando del perché e del come SKY gli ha cambiato la vita.

Si tratta di un ottimo esempio di come strutturare al meglio un videoreport: i punti chiave delle interviste che vengono ripresi e condensati… quante volte ci rendiamo conto che dalle interviste, dai focus o dalle etnografiche vengono fuori quelle 10-15 frasi che vorremmo fermare, che riassumono alla perfezione i risultati di ricerca? Bene: SKY lo ha capito, o meglio, attraverso la finzione dello spot ci mostra “il succo” di quel che si pensa del brand…

Questo è quel che si può fare con i videoreport. PowerPoint ha i tempi contati 😉

Il luglio delle ricerche qualitative, il solito delirio

Ebbene sì, la crisi c’è, si sente e si vede. Ma per nostra fortuna, il mercato delle ricerche ha ripreso a girare, e stando a questo giugno-luglio, parrebbe di essere tornati al periodo del 2007-2008.

Vero delirio, mille folli richieste, al solito lastminute, anzi, lastsecond… Ma due cose mi colpiscono, facendo un bilancio, finalmente (in questo 31 luglio) a lavori chiusi…

1) continua la richiesta. per quanto mi riguarda, dei video-report. Finalmente, il mercato delle presentazioni sembra smuoversi… forse davvero un giorno, nel rivedere i report di 60-100 diapositive in PowerPoint, sorrideremo… un po’ come se oggi vedessimo dei rapporti scritti a macchina da scrivere 😉

2) sta iniziando, decisamente, il periodo dei forum online (o web discussions, chiamiamole come vogliamo!). Fa effetto pensare che negli ultimi due mesi ho fatto più forum che focus group… e ne sono ben felice! Se usati in modo intelligente, sono un grande strumento… Ecco qui i ringraziamenti di un forum particolarmente piacevole (in quanto si parlava di musica!): come si può notare, anche chi viene intervistato si diverte, e non poco!

Più grandangolo, grazie

Immagine anteprima YouTube

Il 2012 è stato, per quanto mi riguarda, anche l’anno della “consacrazione” dei video report: sempre più richiesti, a conferma che al giorno d’oggi una presentazione in PowerPoint può non essere sufficiente.
In molti casi, lavoro al videoreport anche attraverso riprese non fatte da me. E qui possono nascere alcuni problemi… Riprese spesso troppo “strette”, di bassa qualità, non pensate come ricercatore ma come video-amatore che spesso pregiudicano la qualità del videoreport stesso.
Peccato, davvero, in un’epoca in cui la tecnologia aiuta, e tanto. Basterebbe usare una semplice ed economica GoPro al posto di videocamerine compatte, laddove alla mancanza del display si compensa con una ripresa grandangolare e una qualità di tutto rispetto.
Dunque la GoPro non solo come mezzo “estremo” per fare riprese meravigliose buttandosi dall’aereo in volo, ma anche come kit da etnografo. Provare per credere.
Molti i vantaggi che derivano dal suo utilizzo:
– qualità elevata, anche in full HD
– facilità d’uso per il rilevatore (nessuna necessità di fare inquadrature, è sufficiente puntare la videocamera verso l’intervistato e non al contrario!)
– portabilità anche in fasi dell’intervista in movimento
– ampia durata della batteria (ma cavetto in dotazione per lunghe riprese)
– riprese anche in esterni in caso di pioggia (va sott’acqua!)
– buone performance (pur non essendo l’ideale) anche in situazioni di luce scarsa
– per i rilevatori più spregiudicati, possibilità di montarsela sulla testa (ah ah ah)
– infine, fa anche da macchina fotografica (qualora sia utile per il rilevatore)

Comunque, al di là dell’etnografia… il video della (ormai “vecchia”) Hero2 è davvero meraviglioso… riprese, ritmo, musica, montaggio, colori. Fenomenale 🙂

Il poster sui Video Report in Assirm – the Video Report poster in Assirm conference

Questo il poster che è stato presentato il 7 giugno 2012 alla conferenza Assirm “Consumer Insights, Consumer Needs e Sviluppo Nuovi Prodotti” inerente i Video Report
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This is the Video – Report poster I have made for the June 7th 2012 Assirm “Consumer Insights, Consumer Needs e Sviluppo Nuovi Prodotti” conference

I vantaggi di essere sia videomaker che ricercatore qualitativo – being both a videomaker and a qualitative researcher

Di recente mi è stato richiesto di montare un videoreport inerente una ricerca di cui non avevo seguito niente (no field, no report.. nulla!). All’inizio ero perplesso, ma in realtà mi sono accorto di come la cosa possa funzionare, e pure bene: mi sono riguardato i pezzi registrati dalle etnografiche, e dopo aver letto il report conclusivo di ricerca, ho potuto montare i 15 minuti circa di videoreport nel migliore dei modi.
Ancora una volta, la conferma che se si occupa del montaggio un esperto di ricerca qualitativa il risultato è decisamente migliore 🙂
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I have recently been asked to make a videoreport about an ethnographic research that was managed in Germany and France. The unusual thing is that I didn’t take part in the project (no interviews, no report, nothing at all!). The qualitative institute just asked me to watch the ethnographic sessions, then to arrange the videoreport.
Although, at first, I was a bit baffled… actually, it was a really interesting job. As far as I am a qualitative researcher, I’m pretty sure my video editing job is much more interesting if compared to the one that a video-editing consultant could have done.
Once again, a further confirmation that being both a qualitative researcher and a video maker is a strength 🙂

Pagine

Video report: tempi e costi

Tempi e costi di un videoreport possono essere notevolmente ridotti se chi si occupa in prima persona della fase di field è anche chi poi si occuperà della selezione delle scene da estrapolarein linea con la stesura del report – e dunque del montaggio finale del video-rapporto

Risulta al contrario notevolmente più oneroso effettuare la fase di field per poi delegare una società terza che si occuperà della fase di montaggio (non solo: ma i tempi si allungheranno, vista la necessità di coordinare il qualitativo con i montatori professionisti)

Mi occupo di tutte le fasi in prima persona: fieldwork, coordinamento degli altri eventuali moderatori (ho un team di ricercatori che abitualmente mi affianca nelle ricerche con video report), selezione delle scene, montaggio, stesura del “classico” report qualitativo (e controllo della sintonia tra i due output)

I tempi necessari per il video-report:  3-4 giorni dalla consegna del report qualitativo (o dalla chiusura del fieldwork, qualora non sia presente un “classico” report)

I costi indicativi (che variano naturalmente a seconda degli specifici casi, della lunghezza, del numero di FG/IDI e dei paesi coinvolti): tra i 500 e i 1500 €

Esempi di video report

Alcuni esempi di video report realizzati tra il 2007 e il 2012, per diversi istituti di ricerca, relativi a indagini inerenti diversi ambiti, tutti mediante colloqui individuali con approccio etnografico

Immagine anteprima YouTube

NB: per ovvi motivi di privacy/segretezza dei dati di ricerca, sono stati cancellati tutti i riferimenti a soggetti intervistati, oggetto/prodotto/servizio testato o cliente finale

10 motivi a sostegno dei video report

Il video report…

  1. è di appeal: il cliente finale è sempre più attratto dalle verbalizzazioni dei rispondenti (come testimonia la costante richiesta di verbatim, callouts, vignette e graficizzazioni di vario tipo, nelle chart di Power Point). Poter sentire e vedere/toccare con mano le migliori “scene” dalle interviste determina un elevato gradimento
  2. risponde a una esigenza crescente, soprattutto all’estero: molti clienti sono alla ricerca di rapporti in formato video, ma spesso chiedono la consulenza di una azienda terza che si occupi del montaggio, con un conseguente notevole aggravio a livello di costi finali
  3. è una soluzione di impatto, in grado di stupire il cliente, che vive la fase di presentazione come più piacevole e di appeal
  4. è una soluzione differenziante rispetto all’offerta degli altri istituti di ricerca, che rende l’istituto più innovativo e al passo coi tempi
  5. in fase di presentazione al committente può rappresentare un utile nonché innovativo strumento/ausilio per la conduzione di un brainstorming creativo con il cliente e l’agenzia creativa
  6. può anche essere un modo per mostrare al cliente finale che nella fase di field è impegnato un vero team di ricerca: inquadrando nelle fasi di intervista i vari moderatori, magari includendo persino il direttore di ricerca (anche se magari in realtà conduce solamente una intervista!)
  7. rappresenta la soluzione ideale di output per le ricerche etnografiche, dove il contesto abitativo, il comportamento del rispondente e le varie sfumature emotive della situazione/del contesto non appaiono altrimenti riproducibili a parole/in immagini su Power Point
  8. Grazie alla sotto-titolatura o alla narrazione in lingua, può essere proposto senza problemi nelle ricerche multi-country, condotte in più paesi
  9. è un prodotto a basso costo ed alto impatto: affidando la fase di ripresa, analisi delle scene rilevanti e montaggio allo stesso moderatore qualitativo, è possibile ridurre i costi in modo considerevole
  10. In mano al cliente finale, può rappresentare un utile strumento/ausilio per convincere i suoi stessi clienti/referenti circa le evidenze derivanti dalla ricerca (un prodotto più credibile e “vero” rispetto a un report .PPT à che può essere più facilmente vissuto come “manipolato”)

Video report

Il video report nasce come evoluzione delle verbalizzazioni all’interno dei report di ricerca (ormai un must per i clienti finali)

Il report in formato video può rappresentare una aggiunta rispetto al tradizionale report in .PPT, oppure può costituire un documento stand alone (come sempre più spesso richiesto all’estero, magari in aggiunta a un breve documento di key findings)

Si tratta del modo più efficace per far “toccare con mano” i risultati di ricerca al committente, a inizio o a conclusione della presentazione dei risultati

Report di ricerca

Stile del report, grafica, livello di profondità dell’analisi qualitativa/interpretativa, lunghezza e format possono essere preventivamente concordati con l’istituto committente (a seconda delle esigenze del cliente)

Posso realizzare report di ricerca:

  • in tempi stretti (anche a distanza di pochi giorni dal debriefing)
  • in lingua inglese (con una maggiorazione di costo di circa il 30%)
  • preceduti da (o sotto forma di) key findings o summary report sintetici ed operativi
  • che integrano analisi qualitativa e quantitativa
  • in qualsiasi formato: Power Point, Word, in formato video o in DVD ipertestuali

Dal 2005 mi occupo della creazione di video report. E’ possibile animare le presentazioni Power Point (o creare appositi DVD) con una sintesi video dei momenti salienti (verbalizzazioni) dei focus group, integrando le clip audio-video con analisi qualitativa. Maggiori informazioni nella sezione video report

Etnografia e netnografia

Mi occupo di ricerche con approccio etnografico di vario tipo:
- interviste domiciliari/in loco qualitative + etnografiche (con documentazione audio-video) 
- osservazioni partecipanti 
- osservazioni non partecipanti (“mystery shopping evoluto”)
- osservazioni etnografiche di varia durata/tipologia (in 1/2 persone, con/senza audio/video)

L’esperienza accumulata nelle osservazioni etnografiche (nei più svariati settori: dalle auto al tabacco, dalla grande distribuzione ai media tecnologici, dalla vita notturna ai superalcolici) mi ha permesso di affinarne la tecnica:

  • nel corso delle rilevazioni osservo, dialogo, interagisco, studio, scrivo, registro e fotografo, completando quanto emerso nel corso delle classiche rilevazioni qualitative, ampliandone i risultati, rendendoli visibili anche tramite foto/video
  • in alcuni casi (ad esempio nelle ricerche nightlife), è preferibile l’uscita di coppia (due rilevatori etnografi che lavorano da differenti vertici osservativi, elemento che favorisce una più naturale interazione con gli “intervistati”)
  • ho in dotazione un “kit tecnologico da etnografo“, comprendente: audio registratore digitale non invasivo, fotocamera di dimensioni compatte, videocamera tascabile, mini treppiede tascabile, microfono collegato alla videocamera, batterie a lunga durata per tutti i device tecnologici, mini blocco per appunti (o in alternativa registratore audio per appunti)
  • se necessario, posso effettuare l’editing dei materiali audio-video-fotografici (relativi alla sezione etnografica) da inserire all’interno del report di ricerca o confezionando un relativo video report

Di recente mi occupo anche di netnografia: l’analisi delle conversazioni digitali inerenti brand, prodotti o servizi attraverso approfonditi monitoraggi dai social media, idealmente incrociando tali dati con le rilevazioni qualitative tradizionali