10 insegnamenti dalla Google House: il futuro è tra noi, per chi se ne fosse reso conto
Davvero interessante la visita alla #googlehouse di Milano di ieri (qui la descrizione), da cui mi porto a casa una serie di spunti:
- Lato consumer, Google è un patrimonio di prodotti, risorse, App non sempre conosciuti, poco valorizzati e poco esplorati. Che peccato. Spesso ci si ferma a ciò che è più diffuso, quasi mai si ha il tempo di approfondire. Questo evento è stata la conferma che anche chi -come me- ha una più che buona conoscenza delle tecnologie, con Google ha sempre qualcosa da scoprire. In questo caso la domanda è: quale è il gap tra l’offerta Google e la conoscenza del pubblico?
- Apple è indietro, lato mobile. Ieri ho come avuto la sensazione, e per la prima volta in modo concreto, che è possibile che il mio prossimo smartphone non sarà un iPhone.
- Entrando nella cosiddetta “stanza dei ragazzi” della Google House, una folgorazione: sono stato invitato in quanto esperto di Lego, come la prima pagina del mio sito chiaramente dimostra 🙂
- L’attenzione a dir poco minuziosa che Google ha riservato ai dettagli è davvero clamorosa: i colori sociali sono ovunque. Negli stipiti, nel cibo, negli arredi, nella Vespa all’esterno, nei quadri (da Mondrian a Lichtenstein). Solo i popcorn non erano giallo/verde/rosso/blu (e meno male).
- Tutti i “googlers” si sono dimostrati ottimi attori, con oscar sia come protagonisti che non. Nel dimostrare, stanza per stanza, i vari prodotti, mettevano in scena situazioni realistiche di utilizzo: un format che permette di immedesimarsi nei vari momenti, che ben funziona (complimenti anche a Sonia Peronaci di Giallo Zafferano, per la collaborazione e le ottime degustazioni!)
- Ciliegina sulla torta, la prova dei Google Glass: meglio di quanto pensassi. Di facile utilizzo, la visione è nitida e immediata, e la prova di visione di un quadro con scritte in inglese in cui improvvisamente le frasi si trasformano in italiano è roba da fantascienza… tornasse il mì nonno, come farei a spiegargli un simile prodigio? Infine una chicca: per chi è cieco come una talpa come il sottoscritto, oltre al fatto che ovviamente sarà possibile realizzarli con lenti da vista, per le prove… funzionano benissimo adattandoli sopra ai propri occhiali!
- Nel salotto della casa, ecco Chromecast, uno dei pochi device marchiati Google. Molto interessante, davvero di facile utilizzo, persino teoricamente più immediata della Smart TV, che ancora molti si chiedono effettivamente che cosa sia. Ma che effettivamente, forse, potrebbe togliere spazio alla stessa chiavetta Google, che ha comunque il pregio di avere un costo ridicolo.
- Ho visto espressioni di meraviglia in particolare nella stanza dei ragazzi, quando (quasi dandolo per scontato) si mostrava la collaborazione in real time sui google doc. E’ questo un aspetto che sono certo sia ancora vissuto come una ipotesi per il futuro, da molte aziende italiane. Nel lavorare su server su copie di file che vengono passate (e rigorosamente duplicate/triplicate, per sicurezza!) tra collaboratori, questo piccolo ma grande aspetto ha generato un “effetto wow” tra i miei compagni di tour nella casa
- Google Now è forse la novità di maggior rilievo, per quanto mi riguarda. Avevo fatto solo un paio di prove, ma occorre approfondire. Cosa è? Un assistente privato, un segretario vocale, un qualcosa che in pratica potrebbe arrivare a gestirci agenda, impegni, memo, abitudini, e forse qualcosa di più. Però rimane che con Siri la risposta alla domanda “la supercazzola” è ben più divertente 😉
- Quando ho ricevuto l’invito, per saperne di più ho googlato “google house” (o meglio, lo ho fatto da Youtube, volevo partire da dei filmati) e sono arrivato qui. La cosa mi ha decisamente inquietato… ah ah ah mitici!
Naturalmente, ringraziamenti speciali ad Alice, Elena, Simone (ma anche a tutti gli altri Googlers incrociati alla casa o con cui ho avuto il piacere di collaborare in passato ma che non erano presenti ieri, Ale in primis!)