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10 insegnamenti dalla Google House: il futuro è tra noi, per chi se ne fosse reso conto

lego google house andrealombardi.com

Davvero interessante la visita alla #googlehouse di Milano di ieri (qui la descrizione), da cui mi porto a casa una serie di spunti:

  1. Lato consumer, Google è un patrimonio di prodotti, risorse, App non sempre conosciuti, poco valorizzati e poco esplorati. Che peccato. Spesso ci si ferma a ciò che è più diffuso, quasi mai si ha il tempo di approfondire. Questo evento è stata la conferma che anche chi -come me- ha una più che buona conoscenza delle tecnologie, con Google ha sempre qualcosa da scoprire. In questo caso la domanda è: quale è il gap tra l’offerta Google e la conoscenza del pubblico?
  2. Apple è indietro, lato mobile. Ieri ho come avuto la sensazione, e per la prima volta in modo concreto, che è possibile che il mio prossimo smartphone non sarà un iPhone.
  3. Entrando nella cosiddetta “stanza dei ragazzi” della Google House, una folgorazione: sono stato invitato in quanto esperto di Lego, come la prima pagina del mio sito chiaramente dimostra 🙂
  4. L’attenzione a dir poco minuziosa che Google ha riservato ai dettagli è davvero clamorosa: i colori sociali sono ovunque. Negli stipiti, nel cibo, negli arredi, nella Vespa all’esterno, nei quadri (da Mondrian a Lichtenstein). Solo i popcorn non erano giallo/verde/rosso/blu (e meno male).
  5. Tutti i “googlers” si sono dimostrati ottimi attori, con oscar sia come protagonisti che non. Nel dimostrare, stanza per stanza, i vari prodotti, mettevano in scena situazioni realistiche di utilizzo: un format che permette di immedesimarsi nei vari momenti, che ben funziona (complimenti anche a Sonia Peronaci di Giallo Zafferano, per la collaborazione e le ottime degustazioni!)
  6. Ciliegina sulla torta, la prova dei Google Glass: meglio di quanto pensassi. Di facile utilizzo, la visione è nitida e immediata, e la prova di visione di un quadro con scritte in inglese in cui improvvisamente le frasi si trasformano in italiano è roba da fantascienza… tornasse il mì nonno, come farei a spiegargli un simile prodigio? Infine una chicca: per chi è cieco come una talpa come il sottoscritto, oltre al fatto che ovviamente sarà possibile realizzarli con lenti da vista, per le prove… funzionano benissimo adattandoli sopra ai propri occhiali!
  7. Nel salotto della casa, ecco Chromecast, uno dei pochi device marchiati Google. Molto interessante, davvero di facile utilizzo, persino teoricamente più immediata della Smart TV, che ancora molti si chiedono effettivamente che cosa sia. Ma che effettivamente, forse, potrebbe togliere spazio alla stessa chiavetta Google, che ha comunque il pregio di avere un costo ridicolo.
  8. Ho visto espressioni di meraviglia in particolare nella stanza dei ragazzi, quando (quasi dandolo per scontato) si mostrava la collaborazione in real time sui google doc. E’ questo un aspetto che sono certo sia ancora vissuto come una ipotesi per il futuro, da molte aziende italiane. Nel lavorare su server su copie di file che vengono passate (e rigorosamente duplicate/triplicate, per sicurezza!) tra collaboratori, questo piccolo ma grande aspetto ha generato un “effetto wow” tra i miei compagni di tour nella casa
  9. Google Now è forse la novità di maggior rilievo, per quanto mi riguarda. Avevo fatto solo un paio di prove, ma occorre approfondire. Cosa è? Un assistente privato, un segretario vocale, un qualcosa che in pratica potrebbe arrivare a gestirci agenda, impegni, memo, abitudini, e forse qualcosa di più. Però rimane che con Siri la risposta alla domanda “la supercazzola” è ben più divertente 😉
  10. Quando ho ricevuto l’invito, per saperne di più ho googlato “google house” (o meglio, lo ho fatto da Youtube, volevo partire da dei filmati) e sono arrivato qui. La cosa mi ha decisamente inquietato… ah ah ah mitici!

Naturalmente, ringraziamenti speciali ad Alice, Elena, Simone (ma anche a tutti gli altri Googlers incrociati alla casa o con cui ho avuto il piacere di collaborare in passato ma che non erano presenti ieri, Ale in primis!) google house milano

Il luglio delle ricerche qualitative, il solito delirio

Ebbene sì, la crisi c’è, si sente e si vede. Ma per nostra fortuna, il mercato delle ricerche ha ripreso a girare, e stando a questo giugno-luglio, parrebbe di essere tornati al periodo del 2007-2008.

Vero delirio, mille folli richieste, al solito lastminute, anzi, lastsecond… Ma due cose mi colpiscono, facendo un bilancio, finalmente (in questo 31 luglio) a lavori chiusi…

1) continua la richiesta. per quanto mi riguarda, dei video-report. Finalmente, il mercato delle presentazioni sembra smuoversi… forse davvero un giorno, nel rivedere i report di 60-100 diapositive in PowerPoint, sorrideremo… un po’ come se oggi vedessimo dei rapporti scritti a macchina da scrivere 😉

2) sta iniziando, decisamente, il periodo dei forum online (o web discussions, chiamiamole come vogliamo!). Fa effetto pensare che negli ultimi due mesi ho fatto più forum che focus group… e ne sono ben felice! Se usati in modo intelligente, sono un grande strumento… Ecco qui i ringraziamenti di un forum particolarmente piacevole (in quanto si parlava di musica!): come si può notare, anche chi viene intervistato si diverte, e non poco!

Arcoplex sfida Google sul piano della cura della sede e dei dipendenti

piscina sede Arcoplex bergamo

Un paio di giorni fa, nel corso di una indagine che sto seguendo relativa all’acquisto di auto segmento lusso, ho incontrato e intervistato il general manager di Arcoplex, una azienda in provincia di Bergamo. Arrivato al solito con i miei 3 minuti di anticipo (non di più), entro nel parcheggio dell’azienda (ben identificabile da apposito logo di grandi dimensioni) e da subito… noto il design particolare della sede nonché del verde curato. Che bravi, penso. Poi mi avvicino all’ingresso, e noto anche una piscina. Che strano, mi dico.

Entro, e  da subito noto le linee ricercate che caratterizzano gli interni. Nessuno alla reception, composta da bei divanetti, un tavolino con riviste e poi… una postazione dedicata con una applicazione per completare la registrazione. Come in Google, penso. Già, perché alla Arcoplex con pochi clic si conferma la nostra presenza, e in automatico viene avvisata la persona con cui abbiamo appuntamento, che nel mio caso si presenta subito.

Una volta finita la mia intervista e salutati i (tutti sorridenti) dipendenti incontrati, torno a casa e online scopro alcuni articoli tra cui questo: che bello scoprire che esistono realtà di questo tipo.

Allora –mi dico- tutto ciò non succede solo in Google e in aziende simili. Sin dal primo giorno in cui sono entrato nella sede Google di Milano (sono consulente ricerche qualitative per Google Italia dal 2010) ho pensato che tutto ciò fosse un’isola felice non facilmente riproducibile. Invece, evidentemente, c’è chi lo fa senza essere una multinazionale con sede in Mountain View. E… la piscina in Google non ce l’hanno!!!

Perché Google Plus diventerà rilevante (anche) per le ricerche qualitative

perché G+ diventerà fondamentale per chi fa ricerca qualitativa

E’ vero, da tutte le ricerche condotte abitualmente presso target non evoluti ma anche presso target avanzati (utilizzatori di tecnologie/smartphone) l’unico social network davvero conosciuto e utilizzato, in Italia, è Facebook.
Ma ciò non deve trarre in inganno. Si parla molto di Twitter, di recente, grazie anche alle incursioni dei politici che lo hanno definitivamente “scoperto” anche se viene usato più per ritorni mediatici (in TV) che non seguendone la sua vera anima, e dunque senza ottenerne reali benefici.
Ma c’è un terzo social che ad oggi appare davvero poco conosciuto a parte recenti iniziative di hangout con personaggi dello spettacolo/sport o con la recente campagna YouTube/La7/G+.
Ma c’è una questione che deve far riflettere noi qualitativi, e in genere chi si occupa del mondo di ricerca. Di recente il web sta diventando sempre di più un canale prezioso per acquisire una parte di conoscenza dei target e delle abitudini di consumo/dell’analisi degli stili di vita. Tra le competenze del ricercatore qualitativo si aggiunge la netnografiadi cui mi occupo sempre più– e di conseguenza… quali sono i social che meglio permettono di ottenere preziosi risultati, in proposito?
In questo momento Twitter, in futuro -c’è da scommetterci- Google Plus.
Dalla immagine allegata al post è facile intuirne il motivo, senza dimenticare che la ricerca on-line (Google e g+ inclusi, ovviamente!) è sempre più social-oriented.

La rivoluzione dei social media – Social media marketing revolution

Immagine anteprima YouTube

Molti i motivi per cui questo video ben illustra come mai i social media hanno ormai attuato una vera e propria rivoluzione nel modo di comunicare, pensare, consumare:
– innanzitutto, i social media non hanno a che fare con le tecnologie, ma… con la realtà
– riguardano relazioni vere con persone vere
– ciò avrà sempre più rilievo, per via dei nativi digitali e dell’incremento della popolazione digitally connected
– ciò che si fa sui social media impatta sempre più su ciò che si fa al di fuori dei social media e della rete
– non esiste ormai solo Google, ma Facebook e YouTube stanno diventando centrali anche grazie all’utilizzo del mobile e della geolocalizzazione
– per i nativi digitali, la casella di posta elettronica suona ormai come qualcosa di vecchio
– il video sta divenendo sempre più il canale privilegiato per fruire dei contenuti (info-tainment), e YouTube è oggi il secondo motore di ricerca più usato, dopo Google

Ed ecco allora perché le ricerche qualitative non possono prescindere dai social media:
– in primis, perché i social media non sono circoscritti alla dimensione tecnologica, ma sono (una parte sempre più grande della) realtà
le aziende, i brand e i prodotti non devono chiedersi se essere presenti, ma come essere presenti nel modo migliore (dove migliore significa in linea con le attese del target, in linea con i valori del brand, coerenti con la specificità del mezzo)
– il word of mouth assume sempre più significato tra i consumatori/creatori dei contenuti (grazie agli user generated contents) ed è compito di noi qualitativi analizzare il word of mouse
– il ROI è oggi sostituito dal ROA (return on attention), e i social media permettono di fare branding come nessun altro canale/strumento

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This video points out how social media have made such a revolution about the way we think, we act as customers, we relate to each other:
– first, they are not about technology, but they are about reality, real life
– thanks to social media we interact with real people: it’s not just a virtual relationship
– it’s going to be much more relevant, thanks to digital natives
– what people make on social media is strictly connected with what they make off-line
– younger people consider the e-mail accounts as something “old/passed”
– video-streaming is becoming the preferred way to live the web experience, and that’s why YouTube is now the second search engine (after Google)

Thus, qualitative research have to consider the impact of social media inside their methodologies and approach:
– social media are real life, real customers act
– brands, products and companies are “forced” be on the social media, and they have to consider which is the best way they have to interact with people according to their core values and objectives
– word of mouth is becoming really relevant, so as qualitative researchers we have to explore the word of mouse
– the ROI has been substituted by the ROA (return on attention): social media are a really good way to make branding

Pagine

consulenza ricerche qualitative per Google Italia

Dal 2010 mi occupo di ricerche per Google Italia, seguendo progetti di vario tipo: sia B2B che B2C, avvalendomi delle metodologie più innovative (web discussion, forum online su varie piattaforme) ma anche di quelle tradizionali (focus group, colloqui in profondità, etnografia).

Negli anni ho realizzato ricerche di vario tipo con soddisfazione mia, di Google Italia ma -a giudicare dalle foto che seguono- soprattutto di intervistati e partecipanti a focus e interviste… è infatti “d’obbligo” un approccio informale e rilassato, con sfida finale a biliardino 😉

google focus group andrealombardi.com

google interviste andrealombardi.com

Media, web e social media

Gran parte delle ricerche che seguo sono inerenti le tecnologie, internet, la telefonia, la TV e l’editoria (ho parte attiva nelle indagini multiclient GFK Eurisko dedicate ai New Media dal 2004)

Ho esperienza nelle ricerche dedicate ai social media con particolare attenzione all’utilizzo di Facebook, G+, Twitter, Foursquare, Pinterest, ed altre piattaforme più o meno utilizzate (da smartphone, tablets o computer)

Seguo da anni complessi panel quali-quantitativi inerenti alcuni dei principali quotidiani italiani (sportivi e non). Ho seguito in qualità  di consulente ricerche qualitative per MTV Italia e dal 2009 sono consulente per le ricerche qualitative di Google Italia

Mi occupo di ricerche con eye tracking, in particolare :
– analisi di web usability, interfacce di telefonini o altri device elettronici
– analisi dei punti vendita (eye-tracking dinamico)
– analisi qualitativa dei percorsi oculari, delle fissazioni e delle heat map (nella convinzione che al cliente finale non vadano forniti un elenco di dati, di mappe e di tabelle, ma un report qualitativo che parta dall’analisi dei risultati dell’eye-tracking)