Riflessioni da recenti focus e forum online su nativi digitali, teen, digital divide
Di recente sono stato ancora più impegnato del solito in ricerche che hanno riguardato teen e giovani o giovanissimi (per intenderci, una fascia davvero ampia 9-24 anni, su diversi tipi di ricerche!). Sono sempre più stupito di constatare come i nativi digitali abbiano un modo di relazionarsi al mobile, alle tecnologie e al web che è ben diverso dal mio – per non parlare delle fasce di maturi/senior.
Per i teen la rete è il mondo di riferimento, e il mobile non è un ulteriore cambiamento, ma una parte naturale del tutto, come l’uso del touch, come la navigazione per icone, la fruizione dei video, la a dir poco relativa rilevanza della casella e-mail, and so on.
Anche una recente -e molto interessante- ricerca di Pew Research Center ben mette in luce come internet sia ormai per i giovani sinonimo di smartphone, mobile e always on, secondo un approccio che prevede un multitasking esteso, generalizzato, continuo: chatto mentre ascolto una canzone, seguo la mappa mentre parlo, cazzeggio su facebook mentre chatto su whatsapp, chatto con 4 persone in contemporanea, studio mentre ascolto youtube, gioco mentre mangio, faccio mentre non faccio, penso ma anche non penso, studio mentre non studio 😉
Tali aspetti emergono con chiarezza anche dalla moderazione -sempre più frequente, nel mio caso- di web discussion e forum on-line, laddove il modo di rispondere dei giovani è totalmente diverso da adulti e maturi. Decisamente a loro agio, teen e giovani appaiono particolarmente coinvolti dalle interviste su piattaforme web, particolarmente creativi (con frequenti e spontanei upload di materiali, link, immagini, canzoni, ma anche creazione di brevi video) e decisamente più interattivi/collaborativi. Cambia il linguaggio (uso di abbreviazioni, “k” o parole tipo “qst” “qll”) ma si fa anche ampio utilizzo di emoticon (che paiono davvero intramontabili!).
Insomma… una ulteriore prova che il digital divide esiste, eccome… facendo ricerca ne abbiamo le prove… inconfutabili.
Ma la domanda è: che conseguenze avrà la forma mentis da nativo digitale sulla società del futuro?