Il futuro della musica è adesso – riflessioni dalla SMW Milan
Qualche ora dopo i 30 pezzi (e i 4 milioni di views) presentati da Jovanotti per il suo nuovo album, alla Social Media Week di Milano si parla del futuro della musica, in compagnia di ottimi e autorevoli personaggi. Il futuro, o meglio il presente della musica, come ormai le tecnologie, la rete e le cuffie alle orecchie dimostrano.
Un mercato che sta attraversando una rivoluzione epocale, se è vero che sul palco la fa da padrona un player (Spotify) che poco più di due anni fa, in Italia, non esisteva. Ed oggi invece si fa portavoce di un trend che emerge sempre più: lo streaming aumenta, il download (sì, anche quello illegale) indietreggia. Troppo sbattimento mettersi a scaricare, quando la musica è lì, pronta, e anche gratis. YouTube docet. Ma queste sono cose che sappiamo, o meglio, che chi segue i mercati ormai vede e capisce… persino dai nostri focus group emergono con chiarezza!
All’incontro si parla quasi più di scenari e “tattiche” di marketing che non di musica, di profili social e foto si Instagram che non di basso o chitarra… quasi come se il gioco, la visibilità, il successo degli artisti stessi fosse ormai in mano a quello… In fondo, Mecna lo ammette chiaramente: “lo scenario è sempre più competitivo, quel che fa la differenza sono le idee!” (ah comprate il suo nuovo disco, lo ha detto durante la conferenza – ma questa frase non stride con il dilagare dello streaming?). L’idea prima del prodotto, o per lo meno assieme.
Mi colpiscono poi due riflessioni:
– in un mercato nuovo, digitale, dove lo streaming e la rapidità sono tutto o quasi, che senso ha oggi continuare a vivere la propria arte sotto forma di “disco”, intendendo con ciò un insieme di canzoni (spesso 10-15) unitarie, con una grafica (magari un CD o addirittura un vinile!)? Non è anche questo un qualcosa che dovrebbe cambiare radicalmente? Perché tutto questo attaccamento all’idea (forse vecchia) dell’album, quando poi l’ascolto è per pezzi?
– sento dire che le vendite dei CD sono in aumento sui target 11-18, ma giustamente qualcuno ha chiesto: “e dove li ascoltano, se ormai anche i computer li vendono senza lettore CD/DVD?” La risposta è mitica: NON li ascoltano, ma sono oggetti che rappresentano il proprio amore per il tale gruppo/artista, solo feticcio da esibire, magari con tanto di firma autografa. Ok, allora apriamo un nuovo business: vendiamo i CD vuoti, che li facciamo risparmiare 🙂
ps: questo pezzo è stato scritto di getto sotto l’adrenalina di “girl and the sea” di “The Presets”, ovviamente su #Spotify Premium. Il pezzo è stato anche aggiunto alla playlist “preferiti”, cui prima o poi devo dare un po’ d’ordine…