… perché i #selfie non sono tutti uguali!
Si parla molto del neologismo #selfie, ormai parola dell’anno, già di quel 2013 ormai andato.
Il selfie è l’essenza stessa della fotografia applicata ai social media. Perché rappresenta la propria figura in ottica di visibilità ed egocentrismo, perché il selfie è molto più che un autoscatto (una volta si chiamava così, ma attenzione: non è la stessa cosa).
Ma c’è selfie e selfie.
- C’è un selfie relazionale: lo scatto ricordo con l’amico o il gruppo di amici. Si tratta del selfie “più banale”, ma forse anche più frequente
- C’è un selfie VIP: lo scatto assieme al personaggio noto casualmente incontrato, dove ovviamente la foto ha senso quanto più il VIP in questione è di rilievo e ben riconoscibile. Dalla foto col Papa a quella con il calciatore di turno
- C’è un selfie di luogo/geo-localizzato (molto diffuso): quando far vedere dove si è è in realtà il vero obiettivo dello scatto, una sorta di potenziamento dell’atto di registrarsi in un luogo
- Esistono già da tempo selfie pubblicitari/virali: su tutti, quello di #Turkish #Airlines con protagonisti Kobe Bryant e Leo Messi (136 milioni di views su YouTube, ad oggi)
- Cominciano a diffondersi selfie drammatici, storici: il recente scatto di un sopravvissuto da un disastro aereo ne è il massimo esempio
In ogni caso, comunque, il selfie serve un po’ a dire “guarda che esperienza sto vivendo”, “beccati questa”, “muori d’invidia”, o magari più semplicemente “guarda come sono figo”… ma in fondo Facebook e i social non servono un po’ alla stessa cosa?
Buon #selfie a tutti!